Così canta Jovanotti in una delle canzoni che personalmente amo di più.
La libertà, quanto è difficile trovare parole per definirla.
Forse perché come tutto ciò che non può essere toccato con mano è difficile da abbracciare, da contenere…
Forse perché in realtà contenerla non si può, altrimenti che libertà sarebbe?
Ho provato tante volte a darle una definizione ma mi sembra di violarla e allora cerco di tracciarne i contorni con le immagini…
Libertà per me è il volo di una farfalla che batte le sue ali in tutta la sua bellezza, incurante se ci sia o meno qualcuno ad ammirarla… 🦋
Libertà è la risata di un bambino, talmente spontanea da non poter essere catturata ma solo condivisa ridendo di riflesso con lui… 👧🏻👶🏻
Libertà è quella sensazione irrefrenabile di assecondare il desiderio più grande che custodiamo nel cuore, che ci fa camminare sull’orlo, tra la paura ed il coraggio… 👣
Libertà è ogni madre che mette al mondo un figlio perché sceglie di dare alla luce la vita… 🤱🏼
Libertà è quella boccata d’aria che ci sembra di non aver mai respirato ogni volta che guardiamo dall’alto la montagna che abbiamo scalato per raggiungere i nostri sogni… 🏔
Mai come in questo tempo che in qualche modo siamo costretti a vivere, la libertà non riusciamo più a sentirla sulla pelle…
Sembra che ce l’abbiano strappata: per un altissimo senso di responsabilità al quale siamo chiamati senza possibilità di appello, dobbiamo tenerla chiusa in un cassetto.
Ma quanto ci manca, forse ogni giorno di più.
Oggi, 25 aprile, in qualche modo ne rappresenta il compleanno ma non possiamo partecipare a questa festa dall’anniversario tondo, con ben 75 candeline da spegnere.
Possiamo però riscoprirne l’essenza, il valore di quella sensazione che ci regala benessere, piacere proprio come è scritto nel DNA della sua etimologia latina.
75 anni fa come oggi l’Italia usciva da una dittatura ventennale, piena di dolore e di morte per via della follia della seconda guerra mondiale.
A distanza di tanto tempo la situazione sembra così simile: viviamo in una dittatura le cui regole sono scritte da un virus e da una curva dei contagi che non sembra voler cedere, siamo una nazione ferita dalla morte, che ha perso i suoi testimoni dai capelli grigi ma dal cuore d’oro.
Chi sono allora i partigiani di oggi? Chi potrà salvarci?
Tutti noi possiamo scegliere di essere partigiano dell’altro dando il nostro contributo, riscoprendoci parte di una stessa comunità che cerca l’unione non con le parole ma con i fatti.
Solo così potremo festeggiare un nuovo 25 aprile, per certi versi ancora più prezioso di quello che ricorre oggi.
Torneremo a guardare il sole e lo faremo tutti insieme, con una consapevolezza maggiore perché quando ciò che amiamo ci viene strappato da quel momento diventa sacro.
W la libertà!