Monarchia o Repubblica?
Questa la domanda posta il 2 giugno del 1946, in occasione del referendum istituzionale con cui gli italiani furono chiamati a scegliere quale forma di governo desiderassero per il proprio Paese.
Il 54,3% degli elettori, dopo 85 anni di Monarchia, scelse la Repubblica.
La strada che aveva condotto a questo risultato era stata complessa: il nostro paese usciva dalla dolorosa II Guerra Mondiale, era caduto il Fascismo e in tanti avevano combattuto anche a costo di perdere la vita pur di assicurare alle generazioni future un paese finalmente libero.
La Festa della Repubblica infatti coincide anche con la Festa delle Forze Armate di cui dobbiamo ricordare il contributo non solo nelle pagine di storia che ci hanno preceduto ringraziandole per il lavoro svolto con coraggio, ogni giorno.
Barrando la casella Repubblica l’Italia aveva scelto il cambiamento: veniva alla luce una nazione e con essa gli italiani intesi come popolo unico ed unito.
A distanza di 72 anni, siamo qui oggi per stringerci intorno al tricolore, per omaggiare gli ideali ed i valori di un cammino che ci ha condotti verso la Libertà, vero motore della storia italiana e più in generale della realtà europea.
Il 2 Giugno quindi rappresenta la festa di un popolo che ha scelto di fare della LIBERTÀ il principio fondamentale della propria vita.
In questo momento di forte turbamento della nostra storia repubblicana allora, credo sia importante tornare alle origini stesse della parola Repubblica.
Nell’antica Roma il termine res si riferiva in origine alle proprietà o agli interessi di qualcuno.
In particolare esisteva una distinzione tra res familiaris, l’insieme delle proprietà e degli interessi privati di una famiglia e res publica cioè in origine la cosa pubblica intesa come il complesso degli affari e degli interessi pubblici.
Publicus è infatti un vocabolo che va collegato a popolo inteso come collettività, come comunità istituzionalmente costituita.
Far parte di una res publica quindi ci richiama ad un quotidiano atto di responsabilità: nessuno di noi può dire di non essere interessato a ciò che inevitabilmente a è anche suo.
Sì perché la Repubblica è per natura terminologica pubblica quindi mia, tua, sua, NOSTRA!
Chi di noi trascurerebbe ciò che gli appartiene demandando ad un altro di occuparsene senza interesse alcuno?
La Repubblica per restare nostra infatti ci chiede di onorarla: è quello che accade ogni volta che andiamo a votare!
E’ proprio la sua esistenza a garantirci la sovranità che esercitiamo, il diritto di scegliere chi vogliamo essere attraverso la direzione che decidiamo di dare al nostro paese.
Un atto di responsabilità che quest’anno ci viene ricordato da una ricorrenza importante: il 70° anniversario della Costituzione.
Fu infatti in occasione del referendum del 2 giugno 1946 che gli italiani, intesi per la prima volta come donne e uomini, votarono anche i membri dell’Assemblea Costituente che avrebbe lavorato per consegnarci proprio la Costituzione Italiana, nostra madre.