Che cosa c’è di bello nell’augurare “buonanotte” a qualcuno!?!
Posso dirvi che significato ha per me: fin da bambina i miei genitori ogni sera mi hanno donato e continuano a donarmi ancora un piccolo bacino sulla fronte.
Non ci crederete ma di quel gesto non riesco a farne ancora a meno.
Rappresenta infatti quella sicurezza che la mia notte sia davvero buona, che i “mostri” nascosti sotto il letto non vengano a tormentarmi e che i sogni diventino d’oro.
Questo semplice ma dolcissimo rituale della buonanotte si lega ad un meraviglioso ricordo della mia infanzia, la canzone di Francesco De Gregori intitolata “Buonanotte Fiorellino”.
Quella melodiosa armonia risuona nella mia mente come una dolcissima ninna nanna cantata sottovoce dalla mia mamma. Ogni volta che mi capita di riascoltarla mi sembra di tornare nel mio lettino, cullata da quelle tenere braccia con la mia manina stretta stretta in quella della mia mamma.
Ho sempre pensato che “buonanotte” sia una parola composta nel modo più perfetto.
La notte infatti non sempre evoca un senso di positività , porta spesso a sentirci smarriti per via del buio che rende irriconoscibile anche ciò che è più quotidiano.
Abbinata all’aggettivo buona però ecco che l’immagine cambia: fa pensare sì al buio ma in senso positivo in quanto condizione necessaria per poter vedere le stelle, riporta alla tenerezza di quel bacio sulla fronte…
Non addormentiamoci senza augurare a chi abbiamo accanto, a chi amiamo la buonanotte!
La sua magia infatti ha un doppio potere: vale tanto nel riceverla quanto soprattutto nel donarla nella certezza che “buonanotte, questa notte è per te!”