“Io sono stato quello che gli altri non volevano essere
Io sono andato dove gli altri non volevano andare
Io ho portato a termine quello che gli altri non volevano fare
Ho visto il volto del terrore
Ho sentito il freddo morso della paura
Ho gioito per un tenero abbraccio d’amore
Ho pianto, ho sofferto e ho sperato
Ho vissuto quei momenti che gli altri dicono sia meglio dimenticare
Ma quando giungerà la mia ora
agli altri potrò dire che sono orgoglioso per tutto quello che sono stato:
UN SOLDATO!”
Ho scelto di iniziare da qui, da quello che alberga nel cuore di ogni soldato per celebrare una giornata importante per ciascuno di noi italiani, soprattutto immaginando quale luogo ci avrebbe accolto oggi.
Siamo ai piedi del Monumento ai caduti, se solleviamo lo sguardo possiamo riconoscere nel complesso bronzeo tre soldati insieme ad una donna dalle mani mutile.
Quei tre giovani sono qui per ricordarci il sacrificio al quale, durante la Prima Guerra Mondiale, non si sono sottratti ben 215 ragazzi per concedere a ciascuno di noi italiani di poter vivere in un’Italia libera e democratica.
Sono trascorsi ben 100 anni da quel 4 novembre 1918, quando, grazie all’Armistizio di Villa Giusti, si concludeva quella che da tutti sarà conosciuta come la Grande Guerra.
I soldati italiani avevano dato prova del loro valore nella celebre battaglia di Vittorio Veneto con cui di fatto avevano vinto sul potente esercito dell’Impero Astro-Ungarico liberando così da quella morsa soffocante Trento e Trieste.
Proprio in ricordo dell’annessione di quelle terre e dei soldati venuti a mancare durante quel terribile conflitto ci troviamo oggi a celebrare la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Si tratta quindi di una duplice ricorrenza che ci ricorda come senza quell’eroismo e quello spirito di servizio oggi la nostra Italia avrebbe un aspetto del tutto differente.
A gridarci forte tutto questo proprio il Monumento ai caduti che, per ironia della sorte, abbiamo rischiato di perdere in seguito ai bombardamenti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fu solo nel 1964 che il Monumento venne ripristinato.
Da questo episodio ci arriva un messaggio importante.
Potranno verificarsi eventi o situazioni che porteranno ad offuscare le pagine del nostro passato, a cancellare le testimonianze viventi di quanto accaduto.
Di fronte a questa eventualità abbiamo il dovere di custodire e coltivare la MEMORIA.
Il centenario di quella che fu la Grande Guerra ci impone di diventare l’ITALIA CHE NON DIMENTICA!
Per poter ricordare occorre conoscere quanto accaduto e tentare di comprenderlo cioè “prendere con” noi, arrivando a con-tenere, a far penetrare quanto accaduto.
Solo allora potremo testimoniare ciò che è stato e che sarà…
Ricorrenze come quella che celebriamo oggi allora debbono spingerci ad essere custodi di un patrimonio storico che è stato costruito al prezzo di tanti sacrifici e sofferenze ma anche con l’entusiasmo di un popolo che si è unito nello spirito dell’italianità.