“Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ ché la diritta via era smarrita”.
Sono queste le parole con cui il poeta per eccellenza, Dante Alighieri, inizia quello che sarà un capolavoro letterario, “La Divina Commedia”.
L’incipit della cantica dell’Inferno ci fa immediatamente comprendere come le sue parole ci condurranno attraverso un viaggio che, secondo gli studi, sarebbe iniziato la notte del 7 aprile del 1300.
Ben 718 anni fa! Nonostante ci separino da lui quasi 7 secoli questo viaggio resta incredibilmente attuale.
Il 7 aprile del 1300 non è una data casuale bensì un crocevia di importanti significati.
Era la notte di Pasqua nell’anno giubilare voluto da Papa Bonifacio VIII, aspetti questi che non possiamo trascurare.
Il Giubileo infatti rappresenta l’espiazione dei peccati per giungere al perdono per l’intera umanità.
Di qui la notte di Pasqua come perfetta incarnazione del riscatto dal peccato che conduce alla salvezza.
La straordinarietà dei suoi versi è immediatamente comprensibile: Dante non si fa unico protagonista di quel viaggio spirituale che dal buio della selva oscura lo condurrà a “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.
No.
Con lui saremo protagonisti anche noi, come testimoniato dal possessivo presente sin dal primo verso della cantica dell’Inferno.
Ci descriverà quindi il viaggio di un’umanità intera facendo egli stesso da narratore e protagonista, partendo da una dimensione personale di peccato per poi sollevare l’anima fino a Dio.
Non sarà certo un’esperienza facile perché quel viaggio in realtà rappresenta metaforicamente la vita di ciascuno di noi.
Leggendo i suoi versi sembra quasi di vivere con lui quanto descritto, di poter osservare quello che si mostra davanti ai suoi occhi.
La Divina Commedia è senza dubbio un capolavoro letterario anche per il messaggio che quest’opera vuole veicolare.
Dante sono io, sei tu, siamo tutti noi, quando ci lasciamo schiacciare dal buio dei nostri peccati, quando continuiamo a percorrere la strada che porta a perderci sempre di più nella selva oscura.
La straordinarietà però sta nel fatto che egli stesso ci mostra come una via d’uscita sia possibile: dal buio si può arrivare ad essere accecati dalla luce, dal peccato si può rinascere.