Diario di Vale, Il diario di oggi

Fobia delle Foibe!

L’essere umano è per sua natura ciò che vive e ricorda, ma se perdessimo la memoria di ciò che è stato, che cosa ci riserverebbe il futuro?

Negare le pagine più tristi e tormentate della nostra storia non ci permetterà di riscattarci dal male procurato, anzi.

Negando è come se infliggessimo nuovamente quel dolore a coloro che sono sopravvissuti, ai parenti di chi è stato costretto a subire quei massacri.

Ricordare diventa quindi una responsabilità sociale.

Attraverso il ricordo si ha la possibilità di trasmettere quanto accaduto alle generazioni future così che si crei una catena di memorie in grado di difendere tutti noi da un male che potrebbe tornare.

Per sconfiggere l’atrocità che noi uomini siamo in grado di infliggere ad altri uomini abbiamo una sola possibilità.
Ricordare per restare umani, per far sì che il passato faccia da monito affinché nessuno debba mai più patire ciò che è stato.

Oggi più che mai queste parole sembrano prendere vita, vengono a bussare alle nostre coscienze in un giorno importante: l’anniversario del massacro delle Foibe.

Furono ben ventimila i nostri fratelli torturati, assassinati e gettati nelle foibe dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della seconda guerra mondiale.

La maggior parte delle vittime perse la vita durante le deportazioni che li avrebbero condotti nelle prigioni o nei campi di concentramento jugoslavi.

Eppure il 10 Febbraio coincide con il massacro delle Foibe per l’atrocità disumana che fu perpetrata in quell’occasione.

Le Foibe sono le cavità naturali che caratterizzano il territorio carsico: fu proprio al loro interno che i partigiani comunisti del maresciallo Tito gettarono migliaia di persone.

La loro colpa era quella di essere italiani, fascisti o contrari al regime comunista.

Quel capolavoro di bellezza prodotto dalla natura si macchiò per sempre dell’orrore dell’uomo, ospitando corpi su corpi che ormai avevano perso qualunque forma di dignità umana.

La morte li colse con una crudeltà senza precedenti: i corpi venivano legati gli uni agli altri dai polsi con il fil di ferro e disposti sul precipizio.

I primi, uccisi a colpi di arma da fuoco, cadevano in quel pozzo trascinando gli altri che erano ancora vivi, costretti a morire giorni dopo sui corpi dei loro compagni.

Sofferenza per quanto visto mista al dolore per la propria condizione…

La fobia delle Foibe ha fatto sì che questo episodio desse il nome a questa triste pagina di storia.

Una pagina che abbiamo il dovere di rileggere affinché si imprima nelle menti di tutti noi.

Il silenzio rende complici ed uccide.

Al contrario il ricordo ci aiuta a far sì che il libro della storia si componga di tutte le pagine, comprese quelle terribili, quelle che non avremmo mai voluto scrivere.

Ammettere e riconoscere quanto accaduto non cancellerà l’orrore ma ci aiuterà a ricordarci che possiamo raggiungere il livello più basso dell’uomo arrivando alla dimensione bestiale.

Solo così la fobia delle Foibe resterà una pagina scritta ma mai più rivissuta da nessuno!

DOBBIAMO RICORDARE PER RESTARE UMANI!

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