Diario di Vale, Il diario di oggi

Giorno 8 Caro diario,

Caro diario,

oggi è un giorno bello: è la festa del papà ma quest’anno ha un sapore diverso.

Tutti i papà d’Italia sono preoccupati e stanchi.

Alcuni stanno fronteggiando l’emergenza in prima linea, altri invece stanno facendo il loro dovere restando a casa.

Immagino quali pensieri possano attraversare le loro menti, forse perchè mio padre ha dovuto chiudere il suo negozio per la prima volta dopo quasi 30 anni.

Lavora sin da quando aveva 13 anni: il suo mestiere, il barbiere, lo ha appreso dagli insegnamenti del suo amato zio Luigino, una figura di riferimento per tutti noi anche se è volato via troppo presto.

O forse per l’esempio di mio nonno, commerciante fin dal grembo materno.

Mi ha raccontato spesso di quando sua mamma lo portava con lei al mercato in una di quelle bacinelle, avvolto in una calda coperta.

I nostri papà si staranno chiedendo come affrontare non solo questo momento di quarantena necessaria a limitare i contagi ma soprattutto il futuro.

Assisto a telefonate di amici che si confrontano con papà chiedendosi se quando torneranno a sollevare la serranda dei loro negozio troveranno il mondo che avevano prima.

Sembra che questa situazione abbia reso più complesso l’essere padre: sono sorte nuove responsabilità, il senso del dovere è ancora più acuito.

Io dalla mia sono molto fiduciosa:

i papà italiani non sanno cosa significhi arrendersi, hanno costruito la forza economica della nostra nazione.

Anche dopo momenti tragici perché l’Italia purtroppo ne ha avuti.

Mi auguro che invece questo tempo di pausa forzata possa diventare balsamo per la loro anima.

Stare in casa con la famiglia, con i figli, rallentare i ritmi di vita frenetici: ripartire da questo per caricarsi e poter ricominciare con un entusiasmo tutto nuovo.

Buonanotte allora papà d’Italia e grazie per ciò che avete fatto e continuerete a fare per tutti noi figli.

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