Se vi chiedessi cos’è la pace, quale risposta dareste?
E’ una domanda apparentemente banale eppure come ogni concetto che rientra nella categoria dell’astratto, sfugge al controllo e diventa difficile da definire…
E’ come una di quelle vecchie fotografie satinate, i contorni sono sfocati anche per via del tempo che passa, i volti sembrano avvolti in una luce che invece di rischiarare confonde, annebbia la vista.
Quando mi trovo a dover rispondere a domande come quella che vi pongo oggi e sento di non avere risposte precise, torno sempre alla fonte: il mondo greco.
La loro lingua, per me, è sempre stata capace di fotografare aspetti sfuggenti, di rendere concreto anche l’astratto.
Per i Greci la Pace è Eirene, figlia di Zeus e Temi e a sua volta sorella di Eunomìa e Dike ossia della GIUSTIZIA e del DIRITTO.
Già solo questo breve albero genealogico fa luce su un aspetto importante: non può esistere la pace senza di loro e se, al contrario, viene a mancare la pace, viene leso il diritto e negata la giustizia.
PACE, GIUSTIZIA e DIRITTO costituiscono un tridente indissolubile come nel domino: se manca anche uno solo di questi elementi la pace diviene impossibile.
Eirene è spesso ritratta con una cornucopia e una torcia, a dimostrare che la conseguenza della pace è l’abbondanza e la luce.
Come avremmo potuta definirla meglio di così?
Pace è tutto ciò che garantisce giustizia, che avvalora i diritti, che riconoscendo la dignità di ogni individuo illumina e arricchisce.
Oggi, nella giornata mondiale dei fautori della pace, viene da chiedersi se davvero pace ci sia.
E non mi riferisco semplicemente all’assenza di guerre che tra l’altro, purtroppo, non è la condizione di molti paesi a livello mondiale.
Quello che appare ai miei occhi è che la pace è minacciata continuamente anzi prigioniera.
Come ogni prigioniero in catene lei cerca di divincolarsi, fa del tutto per cercare di liberarsi ma ad ogni sua mossa quella morsa che la blocca si fa più stretta.
La Pace oggi è schiava, la cornucopia sempre più vuota, la sua luce sempre più fioca…
A tenerla in ostaggio c’è la nostra costante volontà di scontro, la nostra continua voglia di sovrastare l’altro, di affermarci sull’altro schiacciandolo.