Ricordo ancora i giorni precedenti all’inizio delle prove per conseguire la maturità…
Infiniti programmi per cercare di sfruttare ogni istante della giornata, fiumi di inchiostro, decine di mappe concettuali, migliaia di salvataggi della tesina in power point (su cd, varie porte usb: metti caso che la tesina dovesse decidere di autodistruggersi, non si sa mai!😂).
Insomma dieci giorni di studio matto e disperatissimo per dirla alla Leopardi come del resto sono stati i miei cinque anni di liceo classico.
La sera precedente alla prima prova non riuscii a dormire.
Mi giravo e rigiravo nel letto tentando di esplorare ogni angolino della mia mente per vedere se tutto era stato fatto e se era ben memorizzato.
Speravo uscisse greco per la seconda prova e, come è tipico della fortuna che mi contraddistingue, mi capitò latino!
Poco male perché mi piacevano entrambe le discipline ma il greco per me aveva qualcosa di più, fu amore a prima vista fin dal ginnasio.
Se c’è un giorno però che è stato caratterizzato dall’ansia con la a maiuscola, quella che sembra paralizzarti le gambe e bloccarti la lingua, è stato nel giorno della prova orale.
Mi sarei dovuta presentare alle 12 davanti alla Commissione: ricordo che anche in quel caso non chiusi occhio.
Alla fine decisi di alzarmi dal letto, prepararmi il caffè, controllare centinaia di volte se la mia tesina in power point era ancora lì, ripetere all’infinito le parole con cui avrei presentato il mio percorso.
Con me alle 12 arrivarono i miei genitori e tanti amici: le persone che ci sono sempre state.
Alcune le ho accanto ancora, altre invece di lì a poco avrebbero intrapreso strade diverse.
Fu un orale che mi lasciò davvero soddisfatta: mi fecero parlare poco di quello che avevo scelto e così ebbi l’occasione di dimostrare che gli anni che avevo passato a studiare li tenevo nelle zaino…
Uno zaino che avrei portato con me per sempre e che nessuno mi avrebbe mai potuto togliere.
Maturità per me è stato PRENDERE COSCIENZA: sentire che potevo farcela, che avrei potuto scegliere chi sarei diventata…
Lo dovevo solo a me stessa e alla fatica alla quale non mi ero mai sottratta.
A tutti i maturandi che domani affronteranno il loro primo vero esame allora un piccolo consiglio:
non dimostrerete di essere maturi con un 60 oppure un 100 nella valutazione.
Non siete un numero, non potete ridurre la vostra persona e il vostro percorso ad un voto che catalogherà voi ed altre migliaia di studenti sconosciuti allo stesso modo, come matricole computerizzate.
VOI SIETE DI PIU’!
Siete quello che avete vissuto in quei cinque anni o di più per chi davanti alla bocciatura non si è arreso…
La fatica che avete fatto, la lotta che avete combattuto quando la voglia di uscire sovrastava quella di studiare.
Il coraggio di fronte alla difficoltà di non riuscire ad avere la sufficienza alla materia d’indirizzo…
La rabbia che avete provato con quel professore che non vi ha mai capito oppure che cercava di tirare fuori il meglio di voi che lui vedeva ma non voi.
ECCO ALLORA IL MIO CONSIGLIO:
DOMANI METTETE NELLO ZAINO IL VOSTRO CUORE!
Portate con voi le esperienze che avete vissuto, il sorriso degli amici, l’appoggio della vostra famiglia davanti ai momenti no…
PORTATE SEMPLICEMENTE E MERAVIGLIOSAMENTE CHI SIETE: SOLO COSI’ DIMOSTRERETE CHE NON STATE CERANDO LA MATURITA’ MA CHE L’AVETE TRA LE MANI!
Quello zaino sarà vostro per sempre e vi renderà unici per tutta la vostra vita: abbiatene cura!