Il diario di oggi

Memorie di Maggio!

Non ho mai creduto nelle coincidenze.

Dico questo per via della mia fede ma sono anche convinta che nulla accada per caso.

Penso che le coincidenze, anche le più inspiegabili e a volte dolorose, abbiano qualcosa da dirci, sempre.

Oggi è uno di quei giorni in cui questa convinzione viene a radicarsi ancora più fortemente in me.

Potrete immaginare a cosa mi stia riferendo sin dalla foto che ho scelto per queste mie parole: Aldo Moro e Peppino Impastato vicini, quasi viso a viso.

Non posso credere che sia un caso che entrambi siano stati assassinati il 9 maggio del 1978, che da quel duplice e tragico evento è diventato il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice.

Maggio sembra diventare un mese tinto di tragicità.

La morte dello statista rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse e in quello stesso giorno l’assassinio del giovane speaker radiofonico e giornalista.

Sempre nel mese di maggio ma non del 1978 bensì del 1992 avremmo assistito anche ad un’altra triste pagina di storia italiana: la strage di Capaci, con la conseguente morte del giudice Giovanni Falcone insieme a sua moglie e alla sua scorta.

Come possiamo limitarci a restare in superficie davanti a questa catena di apparenti coincidenze?

Possiamo davvero illuderci che si tratti di una serie di casualità oppure questi episodi vengono a dirci qualcosa di più?

Per natura amo osservare quanto accade con attenzione ed è quello che ho fatto prima di scrivere queste mie parole.

A 40 anni dalla scomparsa di Aldo e Peppino (voglio rivolgermi a loro direttamente, con il loro nome, come si fa con dei cari amici) abbiamo il dovere di comprendere cosa si celi dietro quei due assassinii ed io voglio condividere con voi la risposta che mi sono data.

Aldo, Peppino, così come anche Giovanni Falcone hanno una sola colpa: quella di aver vissuto la loro vita veramente, con il coraggio dei loro pensieri, dei loro ideali.

Hanno scelto di perseguire la via della verità, dell’educazione delle coscienze anche se in modalità diverse.

C’è un aspetto che mi porta ad avvicinarmi a queste due figure così come anche a quella di Falcone con particolare stima.

Sono riusciti ad essere testimoni delle loro idee non con le parole ma con l’esempio concreto di vita vissuta alla luce di quelle stesse idee che li animavano e che li hanno portati a scegliere la loro strada.

Peppino lo ha fatto fondando una radio libera dalla quale si potesse denunciare l’ azione della mafia nella città che più amava, quella che gli aveva dato i natali: Cinisi.

Il male della mafia era radicato nella sua stessa famiglia eppure non è bastato questo a fermarlo né tantomeno la sua giovane età. Scelse anzi di mettersi a servizio di quella città siciliana partecipando alle elezioni che non potè vincere perché fu assassinato prima.

Aldo invece unì allo studio e alla carriera universitaria la sua passione politica scegliendo di inserire l’educazione civica come materia di istruzione scolastica. Con la sua lungimiranza che gli ha consentito di guadagnarsi il meritato appellativo di statista stava poi per imprimere una rivoluzione nel panorama politico italiano ma è stato fermato prima che quel progetto si concretizzasse.

Aldo Moro e Peppino Impastato volevano portare il cambiamento, volevano testimoniare con la loro vita che questo era davvero possibile.

A distanza di 40 anni dal loro assassinio allora vengono a ricordarci che abbiamo il dovere di custodire quelle che io chiamo le “memorie di maggio!” 

Lo dobbiamo al loro coraggio, al loro sacrificio ma soprattutto lo dobbiamo a noi stessi.

Abbiamo il dovere di vivere rispettando i nostri ideali, di avere la capacità di essere ciò che siamo nel pieno ascolto del nostro io più vero!

Solo seguendo la verità “illuminante” e perseguendo la “bellezza” che ci è stata insegnata vinceremo la paura! 

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