Se c’è una cosa che mi ha sempre stupito, sin da bambina, era ritrovare il giorno seguente il bocciolo che avevo lasciato trasformato in un fiore!
Per me si trattava di una magia inspiegabile: come era mai possibile che quel piccolo bozzolo verde, tutto rannicchiato su se stesso, si fosse aperto completamente?
Era lì che i miei occhi si perdevano e si perdono tuttora!
Con il tempo ho capito perché quel processo così naturale mi incantava: il fiore che sboccia lo fa gratuitamente, senza timore di vivere una competizione con chi ha vicino.
E’ come se sapesse di avere una bellezza tutta sua, unica e al tempo stesso fosse consapevole che è nell’atto del donarsi che può davvero compiersi.
Noi essere umani invece stiamo perdendo questa capacità!
Sì, siamo umani per natura, con i nostri limiti ma in fondo anche la natura ha i propri: il nostro problema è che abbiamo reso la bellezza che ci è stata data in dono come qualcosa che appartiene solo a noi.
Abbiamo paura di “sbocciare” perché nel momento stesso in cui decidiamo di farlo sentiamo di essere in competizione con altri uomini in fiore.
Viviamo sbocciati a metà, tra la paura di far scoprire i nostri veri colori e al tempo stesso continuiamo ad allungare gli occhi sul fiore che abbiamo vicino.
Siamo sempre convinti che abbia colori più sgargianti dei nostri, che sia sicuramente più perfetto oppure che i suoi petali non appassiscano mai.
Dobbiamo tornare ad imparare la lezione della natura: in lei tutto si compie così come stabilito.