Cadere, che verbo difficile per ciascuno di noi!
Ci pone davanti ai nostri limiti, all’impotenza a cui la nostra imperfetta natura umana è condannata ma ci spinge anche a scoprire chi siamo davvero, che forza abita il nostro cuore.
Lo sa bene Paolo di Tarso che oggi viene festeggiato per via della sua conversione.
Paolo cade da cavallo accecato da una luce che lo mette davanti ad un bivio netto: scegliere chi essere, se continuare a percorrere la strada della persecuzione dei cristiani oppure abbracciare il messaggio di Gesù.
La strada di Gesù è luminosa sì ma non accetta compromessi: Paolo per compiersi e diventare chi è destinato ad essere deve cadere, abbandonare tutte le certezze che fino a quell’istante lo hanno accompagnato e soprattutto smettere di confidare nelle sue sole capacità umane.
Quel cavallo allora è il simbolo della potenza: quante volte anche noi ci sentiamo invincibili?
Quanta fatica facciamo quando cadiamo dal nostro cavallo e prendiamo coscienza che da soli siamo invece impotenti?
Ecco allora l’attualità della conversione di Paolo: cadere vuol dire fallire, come magistralmente rappresentato dal Caravaggio in questa sua mirabile opera, per sperimentare però che la vittoria si nasconde in chi ha il coraggio di rialzarsi. Sì, coraggio ossia mettere il cuore in quello che facciamo, essere in ascolto di ciò che viene a dirci anche quando ci fa paura perchè ci spinge a cambiare rotta.
Non è forse questo il significato della parola “convertirsi”?
Si converte chi inverte la direzione di marcia, chi sceglie di cambiare la propria vita!
Solo allora arriverà la luce: all’inizio ci abbaglierà al punto di accecarci ma poi sarà la nostra guida!