Manca davvero poco al fatidico 4 marzo, quando scopriremo chi sarà a prendere le redini di questo nostro “tormentato” paese.
Sì, avete letto bene.
Tormentato da una crisi economica che ci mette ogni giorno alla prova, con conseguente difficoltà per noi giovani di vedere i nostri sogni professionali realizzati e per i nostri genitori di mantenere inalterata la loro situazione lavorativa.
Tormentato da continue calamità naturali che fanno vacillare le nostre certezze oltre alle nostre bellezze, da rigurgiti di un odio tra uomini che assume ogni giorno dimensioni sempre più “disumane”.
Un paese pur sempre meraviglioso, capace di incantare chiunque lo veda per la prima volta, ricco di storia, cultura, tradizioni.
A questo proposito ho avuto modo di notare quanto la mia generazione e quella dei neodiciottenni siano così assuefatte da retorici comizi elettorali dell’ultima ora da rifiutare di esprimere il proprio voto.
Ed è su questo che vorrei rivolgermi a loro: VOTARE non è semplicemente un diritto garantito dalla democrazia ma un nostro preciso DOVERE.
E’ la responsabilità che chi ci ha preceduto ha lasciato ad ognuno, combattendo con coraggio pur di veder garantito questo diritto a noi, generazioni future.
Il voto è espressione di libertà e per questo necessita di essere difeso come qualcosa di estremamente pregiato.
Avete mai notato quanto gli aspetti più preziosi della nostra vita siano al contempo estremamente fragili?
Questo vale anche per la democrazia: istituita dalla lungimiranza del popolo greco, uscirebbe, dopo secoli di storia, agonizzante se ci rifiutassimo di andare a votare.
Noi giovani abbiamo il dovere di combattere per le nostre idee, di esprimerle liberamente, di impegnarci affinché il nostro paese diventi quello che secondo noi merita di essere.
Vi saluto con una piccola riflessione: il termine patria deriva dall’aggettivo latino “patrius” a cui si sottintende il sostantivo “terra”.
La patria dunque è la terra dei nostri padri e per questo vi chiedo: chi lascerebbe inascoltato il grido d’aiuto del proprio padre?
E’ lui che sta urlando, chiedendoci di non lasciarlo solo e possiamo dimostrare di averlo ascoltato in un solo modo: non delegando ad altri ma scegliendo attraverso l’esercizio del voto.
Non cediamo a chi vuole convincerci che restare a casa sia la soluzione: dimostriamo prima a noi stessi di avere il coraggio e l’entusiasmo di scegliere, in qualunque direzione ma di scegliere sempre!
IO VOTO, IO CONTO!
Condivido ciò che dici e approvo la scelta del tema. Se non si vota non ci si può nemmeno lamentare. Un Dovere, come dici, oltre che un Diritto. Un bacio Vale.