Le giornate piovose non sono le mie preferite: non amo quel grigiore delle nuvole cariche di acqua, spero sempre che dietro di loro il sole riesca a fare capolino per donarci un pò della sua rassicurante luce.
Ci sono giorni però in cui la pioggia ed il sole iniziano a danzare insieme: sembra quasi che una magia si consumi all’orizzonte.
Ogni volta che questo incanto danza nel cielo, mostrandosi mai uguale a se stesso, i miei occhi si riempiono di stupore e quasi di gratitudine per quel dono meraviglioso.
Mi riferisco all’arcobaleno.
Sapete quali sono gli ingredienti per quella pozione magica di sette colori?
Si tratta di un mix fatto di pioggia e sole, suo complice è il vapore disperso nell’aria su cui si stagliano i raggi luminosi: solo allora l’arcobaleno può apparire.
Nel mondo greco la dea messaggera degli dei, Iris, creava questo sentiero per collegare la terra al Paradiso, proprio attraverso quel ponte.
Nella Genesi l’arcobaleno invece incarna il trattato di pace stipulato tra Dio e l’uomo.
Dopo il diluvio universale ecco comparire quel fenomeno celeste per rappresentare la promessa che un nuovo diluvio non sarebbe arrivato a sconvolgere la Terra.
Per me l’arcobaleno è la dimostrazione perfetta che se abbiamo il coraggio di alzare lo sguardo da terra, di spingere l’animo alla ricerca di qualcosa di più elevato, una magia può davvero compiersi.
L’arcobaleno ci fa riscoprire bambini: ogni volta veniamo colpiti dalla meraviglia di quei colori, mescolati eppure distinti.
Ci impone di sperare che una nuova pioggia arrivi e che quello che sembrerebbe il suo nemico, il sole, la incontri per ricreare quello spettacolo unico.
E’ quello che i miei occhi ed il mio cuore hanno vissuto come se fosse la prima volta oggi.
La foto infatti ritrae un piccolo scorcio di Subiaco, la Chiesa di Santa Maria della Valle, resa ancora più bella da quel ponte di sette colori.
Impariamo a stupirci della bellezza di questi piccoli doni, proprio come l’arcobaleno che sa abbracciare nel modo in cui fa un ponte con gli estremi, per renderli incredibilmente vicini, anche se solo per poco.